Officina38

Food: come si realizza un video professionale?

Girare un video nel settore food & beverage richiede, come punto di partenza fondamentale, l’osservazione di una regola: non lasciare nulla al caso.

L’attenzione per ogni singolo dettaglio, infatti, è la “skill aurea” per questo tipo di produzioni: come versare la birra, quale bicchiere utilizzare per un certo tipo di vino, come disporre la mise en place, quale coltello utilizzare per una determinata operazione, o ancora, che cosa chiedere ad uno chef e in che modo, conoscere in anticipo i movimenti che farà il bartender… sono tutti elementi essenziali, destinati a fare la differenza. 

Sono tutti elementi essenziali non solo per una questione di precisione e credibilità rispetto agli operatori del settore (aspetto di indubbia importanza) ma anche perché conoscere in anticipo soggetti, movimenti e strumenti, permette di ottenere un risultato più fluido ed efficace agli occhi del pubblico.

D’altronde, lo comprendiamo bene se ci mettiamo nei panni di spettatori-consumatori: vedere immagini appetitose, croccanti, rinfrescanti, succose e, soprattutto, realistiche… è fondamentale per sentirci coinvolti e, dunque, propensi a provare un determinato prodotto e/o servizio.

#food-photography-Officina38

Quindi, quali sono le linee guida principali per realizzare delle riprese professionali nel settore #food?

Per rispondere e approfondire l’argomento ci siamo avvalsi del supporto di EyeCandy, Film Director con un’esperienza ultradecennale nel settore Food & Beverage. E questo è quello che ci ha raccontato.

“Innanzitutto, è indispensabile precisare che il #food rientra nel mondo del Table top, cioè delle riprese basate sullo slow motion, tipiche – ad esempio – anche del settore #beauty. Si tratta di tecniche di assoluta precisione: ecco perché sono richiesti tanto studio e tantissima esperienza sul campo.”

Partendo da questo presupposto, vediamo alcuni principi fondamentali per realizzare delle riprese #food professionali.

1. Slow motion

Su set di questo tipo si usano fotocamere che arrivano a riprendere fino a 5000 fotogrammi al secondo, mentre le normali riprese video vengono effettuate a 25fps. Occorre quindi una videocamera specifica, la Phantom Flex 4K, l’unica al mondo capace di raggiungere così alte performance. Evidentemente, si tratta di un oggetto molto costoso e con un workflow complesso, ragione per cui sul set, in genere, è presente un operatore specializzato.

2. SFX team

In linea di massima, quello che si vede in un Table top è tutto reale. Ciò non significa che una scena venga girata tutta nello stesso momento, specie se complessa. Piuttosto, in queste circostanze è prassi utilizzare più layer.

Prendiamo come esempio un hamburger: in questo caso si faranno magari prima le riprese dell’hamburger che cade, quindi quelle della caduta delle foglie di lattuga e infine quella dei pomodori a fette. Successivamente, in fase di compositing, si combineranno i diversi elementi visivi per creare l’illusione che siano tutti parte della stessa scena (la caduta dell’hamburger), grazie a complessi processi di sincronizzazione delle riprese con i movimenti di macchina. Ad occuparsene è proprio l’SFX team, ovvero il ‘team effetti speciali’, che permette di concretizzare tecnicamente ciò che il regista ha immaginato.

Inoltre, l’SFX team realizza anche quelli che in gergo tecnico vengono chiamati rig, degli “accrocchi” che vanno sincronizzati tra loro per far sì che – tornando all’esempio dell’hamburger – la foglia di lattuga e il pomodoro cadano nello stesso momento o a distanza di pochi millisecondi l’una dell’altro.

3. Motion control

Come per il Table top, anche per il Motion control – High Speed esiste un solo strumento su cui poter contare: il Bolt.  Come suggerisce anche il nome, si tratta di un robot che riesce a muoversi ad una velocità tale da permettere di riprendere qualsiasi tipo di movimento in macro, anche la caduta di una goccia d’acqua.

 

Come già detto, il settore del Table top è molto specifico e richiede una spiccata verticalità ai professionisti che vi operano.

Per questo, nel tempo, in ambito #food si sono create nuove figure lavorative ad hoc, una fra tutte quella del food stylist. Il food stylist è un professionista che, pur non essendo necessariamente un cuoco, si occupa di rendere il cibo appetitoso da vedere in camera e, al tempo stesso, compatibile con il trattamento immaginato dal regista.

Food stylist a lavoro sul set di 'The Soul Kitchen'La food stylist Elisa Lanci a lavoro sul set di The Soul Kitchen, diretto da EyeCandy

Ad esempio, ripensando all’hamburger di prima, quasi sempre la carne usata sul set non è commestibile: è infatti prassi aggiungere collanti e/o siliconi per darle le giuste elasticità e texture.

O ancora, pensiamo al gelato: essendo particolarmente deperibile, questo goloso cibo viene spesso sostituito con una sua “riproduzione” a base di resine e zucchero (in passato veniva usata una base ricavata dalle patate).

Non si tratta solo di temperatura, ma anche di consistenza. Se, per esempio, nel mio video voglio mostrare un gelato con copertura di cioccolato a cui viene dato un bel morso, ma la copertura si rompe in modo scomposto e poco videogenico… sarà allora d’obbligo coinvolgere il food stylist per ottenere una finta copertura, studiata appositamente, capace di adattarsi alle esigenze specifiche.

Un altro aspetto di fondamentale importanza per realizzare video #food di alta qualità? La luce!

Ne occorre infatti tantissima ed è essenziale controllarla sapientemente, ragione per cui è fondamentale girare all’interno di uno studio specializzato. Fare all’esterno riprese di questo tipo è semplicemente impossibile. Lo si capisce bene se si tiene conto che – per far sì che un oggetto si muova in slow motion – occorrono moltissimi fotogrammi per secondo. Tuttavia, più i fotogrammi aumentano, più l’otturatore della macchina da presa si chiude e, di conseguenza, meno luce lo attraversa. Ecco, dunque, l’assoluta necessità di un’illuminazione adeguata.

EyeCandy sul set di The Soul Kitchen

Un ultimo fondamentale aspetto è quello relativo ai test. Infatti, trattandosi di set molto laboriosi a livello tecnico e in cui è primaria la cura dei dettagli, è necessario testare attrezzatura e cibi, veri o finti, in modo tale da anticipare eventuali problemi che potrebbero sorgere successivamente, causando rallentamenti del flusso lavorativo se non addirittura un aumento delle giornate di ripresa.

 

Proprio per questo, non di rado capita che per una singola giornata di riprese siano necessari anche 3 giorni di test, per valutare le condizioni specifiche del luogo in cui ci si trova (pensiamo a temperatura o umidità, ad esempio), così come oggetti ed attrezzatura che si andranno ad utilizzare, oltre alla costruzione dei giusti rig, operazione che richiede molto tempo.

In conclusione, quando parliamo di food, comunque la si guardi (da commensali, ristoratori, registi, videomaker o perfezionisti)… melius abundare quam deficere! 😎